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La fine di Ottobre per i bambini di oggi vuol dire una sola cosa: Halloween! 🎃
By Bergamowalls
Una tradizione che ci dicono essere anglosassone, e che porta con sé zucche scavate, lanterne, addobbi e travestimenti. Una bella, e intelligente, operazione di marketing, direte voi!
Ebbene, si…. ma lo sapete che questa tradizione, lungi dall’essere una festa anglosassone, ha radici ben lontane anche nella nostra tradizione popolare?
L’origine di questa festività si perde nella notte dei secoli ed è sicuramente un lascito della tradizione popolare celtica.
Tra il 23 di Ottobre e l’11 di Novembre, infatti, gli antichi abitanti delle nostre valli festeggiavano il Capodanno, la fine dell’anno agricolo: la “notte di Samhain”, tra il 31 ottobre e il primo novembre, era considerata una notte magica, in grado di congiungere l’anno passato e quello nuovo, così come il mondo visibile e l’invisibile, il mondo dei vivi e quello dei morti. ☠️
Era il periodo dell’anno in cui gli animali erano tornati dal pascolo 🐄 e iniziava la macellazione, era il momento delle grandi assemblee di popolo e dell’elezione dei rappresentanti annuali.
Era un periodo di grande festa, anche perché era il momento dell’anno in cui si mangiava più carne: si doveva esaurire quella che non si riusciva a conservare per l’inverno.
Era un periodo fondamentalmente di allegria, e rappresentava una tradizione così radicata nei nostri antenati che l’arrivo del Cristianesimo faticò moltissimo a “cancellarla”.
Ne abbiamo già parlato: molte feste cristiane furono adattate per sostituirsi a vecchie tradizioni pagane che facevano fatica ad estinguersi.
E questa visione festosa della morte e dell’aldilà certamente non doveva piacere molto ad un cristianesimo devoto e timoroso della morte e del giudizio divino come quello dell’alto medioevo.. Insomma, possiamo capire perché, nell’835, Papa Gregorio II decise di spostare la festa di “Tutti i Santi” dal 13 maggio al 1° novembre, sperando di sostituire i culti pagani con il nuovo significato cristiano attribuito alla morte.
Ma cosa è rimasto delle antiche tradizioni?
Sicuramente fino alla fine dell’Ottocento il giorno di Ognissanti e il Dì dei Morti (1 e 2 novembre) erano festività molto sentite in città e in provincia, insieme all’importantissima festa di San Martino, l’11 di novembre (tranquilli, ne parleremo!).
Il primo di novembre era tradizione recarsi al cimitero, in visita ai parenti defunti ☠️, portare fiori 💐 e rimanere tutto il giorno a recitare preghiere.
Apriamo una piccola parentesi: fino al XIV secolo, ma spesso anche oltre, i cimiteri non erano luoghi di tristezza, come li vediamo noi oggi. Nei cimiteri si ballava, vi si giocava e artisti di ogni genere vi tenevano i propri spettacoli.
Servì più di un decreto e più di un concilio per fermare queste tradizioni, ma qualcosa rimane ancora oggi e in particolare l’uso di portare fiori 💐 sulle tombe: un’usanza che discende dritta dritta dall’antica tradizione celtica di trasformare i cimiteri in luoghi bellissimi e godibili, anche solo per un giorno!
Dopo la giornata al cimitero, i nostri antenati tornavano a casa molto presto…… ma quella notte, tra il primo e il due novembre, nessuno dormiva!!
Ecco ritornare di nuovo e con forza le antiche tradizioni: questa è la notte in cui i morti risorgono, si aggirano per le campagne e tornano nelle loro vecchie case, una notte in cui vita e morte si ritrovano, i due mondi si toccano e si riuniscono di nuovo. I nostri avi lo sapevano bene, e i contadini lasciavano le porte aperte per accoglierli, e preparavano loro, lasciandoli sul tavolo, pane e acqua: i defunti erano molto stanchi e affamati nel loro eterno peregrinare! 👻
Quella notte non si dormiva, ma facevano eccezione i bambini ai quali si concedeva qualche ora di riposo…la tradizione voleva però che dovessero anche loro svegliarsi molto presto, quando era ancora notte fonda: i morti venivano a tirare i piedi a chi non si alzava in fretta al suono della prima campana! 🔔
È importante però riconoscere che i defunti non erano qualcosa di cui si aveva paura: questa occasione era piuttosto un modo per ricongiungersi e ritrovarsi con i propri cari!
I letti degli adulti rimanevano vuoti, ma perfettamente preparati: i cari defunti, ritornati dal mondo dei morti, potevano, almeno per questa notte, riposarsi in un letto ben fatto.
Le donne cominciavano la processione verso la chiesa, partendo dalle proprie case reggendo lampade 🔥 e recitando preghiere: dopo la messa notturna era uso riunirsi tutti insieme, ricchi e poveri, giovani e vecchi, nobili e contadini, e mangiare il cosiddetto pane dei morti, cibo e bevande tra cui non potevano mancare le fave e l’orzo.
L’ORZO ERA UN ALIMENTO COSÌ LEGATO AL GIORNO DEI MORTI CHE ADDIRITTURA, IL 2 DI NOVEMBRE, VENIVA DISPENSATO GRATIS NELLE OSTERIE!
MA ANCHE I LEGUMI, E IN PARTICOLARE LE FAVE, AVEVANO UN GRANDISSIMO UTILIZZO…. PENSATE SOLTANTO ALLE FAMOSE “FAVE DEI MORTI”: OGGI SONO UN TIPICO BISCOTTINO DOLCE, MA PER I NOSTRI AVI ERANO EFFETTIVAMENTE FAVE COTTE!
Questa volta la tradizione non è celtica ma anzi, tipicamente mediterranea. Per comprenderla, infatti, bisogna tornare almeno all’Antica Roma, dove le fave simboleggiavano le anime dei morti: era il cibo che veniva donato alle divinità dell’Ade e innumerevoli erano i riti scaramantici ad esso legati.
Ma torniamo ad Halloween.
👻 FORSE ADESSO CI È PIÙ CHIARO DA DOVE DERIVA LA TRADIZIONE DEL TRAVESTIMENTO: 👻
è il ricordo atavico di riti propiziatori e scaramantici, destinati a celebrare il legame con gli spiriti sacri, non appartenenti a questo mondo. Nella tradizione celtica, travestirsi da divinità, ma anche da altri esseri come elfi, fate o demoni, non era un modo per spaventare i bambini, tutt’altro: era un rito serio ed importantissimo, che doveva favorire il passaggio da un anno all’altro e che dava il benvenuto agli esseri soprannaturali che nella notte del 31 di ottobre erano liberi di girare nel nostro mondo.
🍪 E LA TRADIZIONE DI ANDARE PER LE CASE A CHIEDERE CIBO, IL FAMOSO “DOLCETTO O SCHERZETTO”?🍪
Ci ricorda l’usanza di mangiare il pan dei morti, che veniva distribuito a tutti, ricchi e poveri, dopo la messa notturna. Tralasciando l’idea più moderna della morte e dei defunti come qualcosa di cui aver paura e timore, questa notte era fondamentalmente una festa, e nella festa tutti avevano diritto di mangiare, bere e divertirsi.
La questua del cibo, nella tradizione di Halloween, è ripresa con la spensieratezza scanzonata tipica dei bambini che, un tempo, era tipica di questo periodo, gioioso!, dell’anno e del rapporto coi defunti.
🎃 E ANCHE SE QUESTO NON CI PIACERÀ TANTISSIMO…… ANCHE LE LANTERNE A FORMA DI ZUCCA NON SONO SOLO UNA GENIALE TROVATA DI MARKETING! 🎃
Sono l’interpretazione in chiave moderna di un’antica credenza celtica, che attribuiva grandissimi poteri alle teste mozzate dei nemici più potenti o delle persone più importanti: si credeva che la testa fosse la sede dell’anima e che conservandole ed esponendole all’ingresso degli edifici, ci si potesse appropriare della loro forza o delle loro caratteristiche positive.
Per chi può, chieda ai propri nonni: chissà se qualcuno si ricorda le lümere, lampade intagliate a forma di teschio, tipiche del periodo di Ognissanti, che venivano poste fuori dalle case, per indicare la strada ai propri cari defunti e per impedire di avvicinarsi agli spiriti maligni…… un po’ macabro, non trovate?
Vi salutiamo con la formula bergamasca che accompagnava il giorno dei morti, una preghiera propiziatoria, molto pragmatica come sempre è nel nostro stile:
Ve salüde anime sante,
Non v’fó la nom perché sì tante;
Otre séref come notre,
Notre ‘m vegnerà comè otre,
Preghé ‘l Signùr per notre,
Che ‘m pregherà a’ notre per votre.