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Giuseppe Garibaldi
By Bergamowalls
SIETE PRONTI?
Ci sono ben due eventi settembrini che, a Bergamo riguardano Garibaldi: uno risale al 1885, l’altro al 1922.
Ma andiamo con ordine, perchè per gustare appieno i due aneddoti che andiamo a raccontarvi, bisogna fare delle premesse ☝️
La premessa principale, sulla quale non ci soffermiamo, è il legame viscerale che Bergamo aveva instaurato con il generale Garibaldi: più volte passato da Bergamo e nella bergamasca, furono moltissimi i giovani che lo seguirono nella sua famosa impresa, tanto da far guadagnare alla nostra città il titolo di Città dei mille.
Ma questa è un’altra storia.
La seconda premessa è il periodo storico in cui comincia il nostro racconto.
È il 30 luglio 1859, i fucili sono ancora caldi per la fine della seconda guerra di Indipendenza, terminata l’11 luglio dello stesso anno con l’armistizio di Villafranca, voluto da Napoleone III: Bergamo passa, insieme a gran parte della Lombardia, eccetto Mantova, sotto il Regno di Sardegna. Venezia e tutto il Veneto rimangono invece in mano austriaca, con grande sconforto da parte di patrioti italiani.
Dicevamo, è il 30 luglio e si tiene una seduta del consiglio comunale in cui, senza mezzi termini, si propone (e si accetta) di dedicare l’attuale viale papa Giovanni XXIII (ex via Ferdinandea) a Napoleone III, e il tratto da Porta Nuova al Sentierone, Corso Garibaldi:
“a segno di gratitudine per il magnanimo Napoleone III e per il valoroso generale Garibaldi."
(Piccola considerazione a margine: siamo sempre stati molto veloci nel modificare i nomi delle strade in base alla convenienza politica o alla passione del momento 😅… ma crediamo che il papa bergamasco ci rimarrà per un bel po’, voi che dite?😂 )
Ma gli atti di riconoscenza verso il grande generale (che tuttavia, imperterrito, non ringrazierà mai 😅) non sono finiti.
L’anno successivo (è il 1860, il fatidico anno della spedizione dei mille) giunge in consiglio comunale una richiesta da parte di un comitato genovese, per fare un grande dono al generale Garibaldi.
Questa volta il consiglio “pienamente convenendo nei sentimenti di ammirazione e di gratitudine” … non accetta!
E la motivazione non è da poco:
“nel programma non è indicato il modo con cui si attuerà tal segno di solenne e ben meritata riconoscenza internazionale”.
Fermi tutti: è vero che i nostri politici non accettano, ma contemporaneamente si sentono in colpa 😅 e quindi hanno la pensata geniale:
👉 “Intitoliamo piazza Vecchia a Garibaldi!”
E così si fa:
con 17 voti a favore e 9 contrari, Piazza Vecchia diventa Piazza Garibaldi.
E qui forse qualcuno inizia a capire dove stiamo andando a parare.
Passano più di vent’anni, Garibaldi muore il 2 giugno del 1882, e subito il 5 giugno, in consiglio comunale, si decide di erigergli un monumento.
Ma la decisione non è semplice, e gli strascichi in consiglio sono molti.
PERCHÈ, DIRETE VOI, SE ERA CONSIDERATO UN’EROE NAZIONALE E, SOPRATTUTTO A BERGAMO, COSÌ AMATO?
La risposta è semplice: Garibaldi era stato un convinto anticlericale, aveva posizioni politiche progressiste e decisamente opposte a qualsiasi privilegio (nota è la sua amicizia con colui che è considerato il padre dell’anarchia, il russo Bakunin), aveva combattuto in moltissime guerre di indipendenza in giro per il mondo, e si era apertamente schierato a favore della Comune di Parigi - un’auto-organizzazione politica del popolo parigino nel 1871, che fu soppressa nel sangue dal famoso generale Mac-Mahon.
FINE DELL’ESCURSUS STORICO, SIAMO SICURI CHE, SE VI ABBIAMO STUZZICATO LA CURIOSITÀ, CORRERETE A LEGGERE QUALCOSA DI PIÙ SU QUESTA INCREDIBILE FIGURA CHE FU GARIBALDI.
Continuiamo.
Nonostante gli strascichi polemici, il 13 settembre 1885 il monumento a Garibaldi viene inaugurato in Piazza Vecchia, ma si dice, o almeno, i quotidiani sostengono, che l’affluenza del pubblico sia stata veramente scarsa.
Vi riportiamo un pezzo, davvero curioso, tratto da “Bergamo o sia Notizie Patrie”, un famosissimo almanacco annuale che aveva all’epoca l’obiettivo di ravvivare, nei cittadini, l’amore per la città di Bergamo:
“Il concorso è minore assai di quello che si supponeva. I contadini si sono completamente astenuti. Dicesi che i preti abbiano minacciato la scomunica a chi intervenisse, e che in certi villaggi facciansi feste straordinarie per intrattenere le pecore ignoranti. Però il cronista è costretto per amore del vero ad aggiungere che anche il concorso dei cittadini in una città di 40 mila abitanti non fu straordinario. La paura di trovare troppa folla in quel ristretto deve aver influito; forse anche la presenza di certi vessilli rappresentanti partiti diversi impedì che la festa riuscisse una unanime e concorde manifestazione patriottica”
Quindi: nelle valli e nel contado i preti avevano minacciato la scomunica per chi avesse partecipato, e inoltre avevano organizzato feste per tener buoni i propri compaesani (le pecore ignoranti…… un po’ spocchioso questo giornalista! 😅 ).
In città invece si erano presentati in pochi, perchè in realtà la piazza era stata riempita dai militanti di partiti politici.
È l’Eco di Bergamo che ci viene in aiuto e ci spiega questo fatto in particolare: ci dice che in piazza sventolavano tre bandiere nere degli anarchici anticlericali, due bandiere verdi della massoneria (ebbene si, Garibaldi era anche un noto massone!!), e diversi vessilli rossi scarlatti, degli irredentisti e repubblicani, per un totale di ben 86 bandiere!! Pensate che il quotidiano La Gazzetta, invece, si rifiutò addirittura di parlarne, dicendo che sventolavano vessilli… “di cui non possiamo pubblicare l’elenco”… una censura d’altri tempi! 😅
Anticlericale, libertario, rivoluzionario e repubblicano che fosse, la statua di Garibaldi viene inaugurata, ma è fin da subito oggetto di scherno.
Avrete sentito parlare dei famosi quattro leoncini che la adornavano alla base.
Il giorno dell’inaugurazione qualcuno aveva fatto trovare davanti alle sculture… 4 ciotole di latte!! 😂 😂
Per la bravata si da subito la colpa al mondo cattolico, ma la verità è che semplicemente, quei felini di bronzo, non piacciono: in effetti la cittadinanza li chiama “i micini”… non dovevano proprio aver l’aspetto di quattro fieri leoni!
C’è poi anche un’altra considerazione da fare.
👉 L’illustre vittima di queste decisioni è la Fontana Contarini, che per fare spazio all’eroe dei due mondi viene smontata e spostata in un magazzino in attesa di tempi più felici.
Questi tempi non tardano ad arrivare, ma per fortuna, e per evitare ulteriori polemiche, arrivano proprio dal pulpito di uno dei più ferventi anticlericali della città.
È il 1920 ed è Ciro Caversazzi a sollevare il problema della statua di Garibaldi.
Lo fa da Garibaldino convinto! Pensate che era stato lui, nel 1882, a tenere un fervente discorso di commemorazione per l’eroe scomparso, al teatro Riccardi (ora Teatro Donizetti).
INSOMMA, SE LO DICE CAVERSAZZI POSSIAMO TUTTI TIRARE UN SOSPIRO DI SOLLIEVO, E ANCHE NOI POSSIAMO GIUNGERE ALLA FINE DI QUESTA STORIA LUNGHISSIMA, MA ANCORA IN CORSO.
👉 La statua viene spostata e inaugurata il 20 settembre, nel luogo dove ancora oggi la potete ammirare, alla Rotonda dei Mille, priva dei suoi caratteristici micini, che vengono tolti, dimenticati nei depositi comunali e, anni dopo, fusi.
Una storia conclusa?
Diremmo di si, se non fosse che qualcuno ha recentemente proposto di sostituirla con una statua di…..
….Gasperini!
Un po’ eccessivo, diciamo noi ma chissà.. 😂 😂
Ai posteri l’ardua sentenza!
👉 Le
Memorie autobiografiche
di Giuseppe Garibaldi