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Le ricchezze di Bartolomeo Colleoni
By Le trame di Bea
Cari amici bentornati alla rubrica #BEARACCONTA, oggi parleremo delle ricchezze del Colleoni.
Chi ha sentito parlare del famoso condottiero non può fare a meno di pensare a Malpaga, sua dimora dove morì nel 1475 e ancora oggi perfettamente conservata, un vero gioiello di fortino che attira migliaia di visitatori ogni anno.
Bartolomeo, che si vendette spesso come capitano al committente miglior offerente, accumulò ingenti ricchezze tanto da essere quasi temuto da Venezia perché poteva conformarsi uno stato e se stante nella repubblica. Ci sono documenti che testimoniano ingenti somme prestate sull’unghia ai suoi amici.
Difficile fare paragoni con i giorni d’oggi ma si potrebbe parlare di svariati miliardi di euro attuali. 💵
Anche i possedimenti immobiliari e di terreni non erano da meno. Ricevette vari feudi: da Venezia nel 1432 Bottanuco, nel 1441 Martinengo, Romano, Covo e Antegnate, da Filippo Maria Visconti nel 1443 Dorno nel Pavese, da Francesco Sforza nel 1453 Urgnano, Cologno e Castell’Arquato, da Venezia nel 1460 Calcinate, Mornico e Ghisalba, nel 1465 Palosco e Solza. Ebbe anche altri domini, fra i quali il castello🏰 e le possessioni di Malpaga (acquistati nel 1456) e di Cavernago (acquisiti nel 1470). Ebbe poi abitazioni a Bergamo e Brescia, oltre che per un breve periodo a Milano. Insomma un parco immobiliare non indifferente.
Sull’acquisizione del castello di Cavernago però dobbiamo fare un capitolo a parte perché necessita una precisazione.
Non avendo avuto figli maschi, nel suo testamento Bartolomeo assegnò a Venezia la cifra di 120.000 ducati d’oro, affinché la Serenissima non pretendesse altro. Le cose però andarono diversamente, infatti dopo la sua morte il governo veneziano requisì una cifra quasi doppia di denaro (si racconta di decine di sacchi d’oro) e tolse alla famiglia tutte le proprietà terriere tranne quelle da lui direttamente acquistate. Il vero motivo di questo saccheggio sembra legato al timore di Venezia che un così vasto territorio, posto sul pericoloso confine verso Milano, fosse gestito dagli eredi del Colleoni che non avevano particolari meriti militari né di governo.
Se anche oggi hai scoperto qualcosa di nuovo sul Colleoni metti un ❤️ nei commenti.
Disegno di Giovanni G. Beduschi
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“Le trame di Bea: il dipinto 📚