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Sant'Alessandro
By Bergamowalls
DOPO IL MARTIRIO DI ALESSANDRO, IL SUO CORPO VIENE TRASPORTATO DA SANTA GRATA POCO FUORI DALLE MURA DELLA CITTÀ, LÀ DOVE QUALCHE MANCIATA DI ANNI DOPO VERRÀ COSTRUITA LA BASILICA ALESSANDRINA.
Per intenderci, siamo poco fuori dall’attuale Porta di Sant’Alessandro :)
Pensate che la fede in questo santo era così forte che nei momenti più drammatici della vita della città - guerre, calamità naturali, carestie - era uso esporre le reliquie del santo alla venerazione pubblica!
Curiosità: a testimoniare l’importanza che il culto alessandrino ebbe nella storia di Bergamo pensate soltanto che la basilica a lui dedicata era diventata essa stessa simbolo della città!
Addirittura, la sua facciata era impressa su un lato del “pergaminus”, la moneta di Bergamo, coniata nel XIII secolo!
E le peregrinazioni di Alessandro continuano: finalmente a riposo nella Cripta nella Basilica Alessandrina, da qui saranno costrette a muoversi nel 1561.
Indovinate perchè!
Ebbene sì, perchè incuranti delle suppliche dei bergamaschi, incuranti delle scomuniche, delle manifestazioni e dei sabotaggi al cantiere….. la costruzione delle mura venete necessita, senza sentir ragioni, della distruzione della Basilica, per passare proprio in quel luogo.
La costruzione delle mura venete comincia il primo Agosto, e la Basilica è uno dei primi luoghi ad andarsene.
Non è una separazione facile, quella tra i bergamaschi e la loro chiesa.
Tra il 4 e il 7 agosto viene fatto redigere l’inventario di tutti i beni della basilica, e dove possibile, vengono rimossi e trasportati altrove.
Tra i preziosissimi reperti custoditi nella cripta, vi è l’arca contenente le spoglie di Alessandro: viene aperta nella basilica alla presenza di vescovo e vicario, per constatare che non fosse mai stata violata.
NEL FRATTEMPO, FUORI, L’ESERCITO INIZIA L’OPERA DI DISTRUZIONE, E PER PRIMA VIENE ABBATTUTA LA CASA DEL PREVOSTO.
L’ultima messa viene celebrata il 10 Agosto e si racconta che il Pallavicino (il generale veneto incaricato della costruzione delle mura) avesse disposto ben 1800 fanti e cinquanta soldati a cavallo per mantenere l’ordine. Tutto il popolo era accorso, ma si dice anche che in quel momento, la tristezza :( fosse più forte della rabbia, e che più volte, durante i canti, si sentissero singhiozzi di massa.
Poco dopo la messa, le reliquie di Alessandro vengono esposte: dall’alba alle quindici per gli uomini, dalle quindici al tramonto per le donne.
Infine, il 13 Agosto, con una grandissima processione, le spoglie del santo vengono traslate nella Cattedrale di San Vincenzo, che un secolo dopo prenderà il nome di Sant’Alessandro e che oggi è il Duomo.
Il 14 agosto 1561 comincia la devastazione.
La prima parte della basilica che viene fatta saltare è la grande torre campanaria, che era stata circondata da strutture in legno. Data alle fiamme 🔥🔥 non ci mette molto a crollare e rovinare sulla struttura della chiesa, trascinando con sè la canonica e tutte le adiacenti costruzioni.
UNA STORIA CHE SEMBRA INSOMMA NON AVERE UN LIETO FINE, E CHE INFATTI POCHI BERGAMASCHI CONOSCONO E RICORDANO.
Adesso forse qualcuno in più, ammirando da lontano le mura venete, sentirà come noi una stretta al cuore: bellissime con gli occhi dei posteri, ma che ferita nella Bergamo antica!
E il mese di Agosto, ancora oggi dedicato al Santo Patrono, con feste e celebrazioni di ogni genere, ricordiamoci questo piccolo insegnamento: