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🤩Agosto a Bergamo vuol dire Sant’Alessandro 🤩
By Bergamowalls
Che dire? il 26 Agosto, festa patronale, è la presunta data del martirio, per decapitazione, del Santo protettore di Bergamo di cui, in realtà, si conosce davvero ben poco (pensate che tutte le fonti che ne parlano sono ben successive!!)
*ADDIRITTURA, PER VARI MOTIVI, SI DUBITA OGGI DELLA SUA APPARTENENZA ALLA LEGIONE TEBEA, E QUALCUNO METTE IN DISCUSSIONE ANCHE IL SUO MARTIRIO A BERGAMO * 😱
Ma si sa, noi crediamo che le leggende abbiano sempre un fondamento di verità, 🤩 anche quando sono state rimaneggiate e ritoccate nel corso di quasi due mila anni. Che appartenesse a questa o quella legione, probabilmente egli fu davvero un soldato romano di stanza a Bergamo e di fede cristiana, giustiziato per non aver rinnegato il proprio dio.
Ecco la leggenda che tutti conosciamo: proviamo a raccontarla con dovizia di particolari…. 🤓 tanto è agosto, sarete sotto l’ombrellone, no? (ps. per chi di voi no: siete in buona compagnia!)
La nostra storia comincia in Svizzera, e precisamente a San Maurizio (Saint-Maurice nel Canton Vallese che NON è Sankt Moritz in Engadina)
Si racconta che la legione in cui Alessandro era vessillifero (alcune fonti lo vorrebbero però comandante di centuria), composta per lo più da egiziani delle regioni limitrofe a Tebe, fosse normalmente di stanza a Oriente. In quegli anni però, precisamente all’inizio del 300, i grandi nemici dell’impero venivano dal nord europa, ed erano i popoli germanici, quali i Marcomanni o i Quadi.
Bene, la leggenda vuole che alla legione Tebea, fosse ordinato di spostarsi in Occidente per combatterli, e che nell’attraversare il canton Vallese fosse stato loro ordinato di uccidere ☠️ le popolazioni che si proclamavano cristiane, oggetto di persecuzioni.
Si narra che l’intera legione si fosse rifiutata: ☠️ la punizione fu la decimazione, una pena molto in uso, che consisteva nel giustiziare un legionario su dieci, e che fu messa in atto proprio a San Maurizio ☠️
Non bastò la prima decimazione per convincere gli egiziani cristiani: essi ne subirono una seconda, ma anche questa non sortì l’effetto voluto.** **
L’imperatore Massimiano, quindi, ordinò lo sterminio di tutti i soldati ammutinati.
Si racconta che pochissimi furono i superstiti, tra cui il nostro Alessandro, riusciti a scappare per i boschi 🌳🌳 e a rifugiarsi in Italia.
Eravamo quindi a Saint Maurice, (non la famosa località omonima dell’Engadina, Saint Moritz, ma un’altrettanto bella zona del canton Vallese, non distante dalla Valle d’Aosta) e se avete presente una mappa geografica, possiamo facilmente immaginare il percorso seguito: attraversate le Alpi, la direzione è una, seguendo il corso della Dora. Possiamo immaginare che i soldati abbiano seguito le strade consolari e in particolare la via Gallia, che da Augusta Praetoria (Aosta), passando per Augusta Eporedia (Ivrea) arrivava dritta a Mediolanum. Si capisce quindi perchè, tutte le fonti, raccontano che i superstiti si rifugiarono a Milano.
Veniamo al nostro Alessandro:
la sua libertà non dura a lungo e ben presto, a Milano, viene preso prigioniero ⛓ e gettato in un carcere militare. Si racconta che sarà il soldato cristiano Fedele, su invito del vescovo di Milano, ad aiutarlo a fuggire con gli altri compagni.
Qui continuano le peregrinazioni: Alessandro viene catturato una seconda volta, e condannato a morte ☠. La leggenda vuole, però, che nel momento dell’esecuzione il boia si sia fermato: la testa di Alessandro gli appare enorme, come una montagna!
Rimesso quindi in carcere, Alessandro fugge nuovamente, attraversa il fiume Adda (senza bagnarsi, si dice… ma nessun miracolo, probabilmente era in secca) e si rifugia nei pressi di Bergomum.
La tradizione ci racconta che sulle sponde della Morla, nei pressi di un ponte che collegava la città alla periferia, nel III secolo d.C. sorgesse la villa 🏡 di un ricco patrizio romano, Crotacio, nominato dall’imperatore Marco Aurelio Massimiano Erculeo duca di Bergamo.
È proprio qui che si rifugia Alessandro, accolto da Crotacio e dalla sua famiglia 👨👩👦👦: il figlio Lupo, la nipote Grata e alcuni parenti, Fermo e Rustico (vi dicono niente questi nomi? La leggenda vuole che siano proprio i primi santi cristiani bergamaschi!)
Alla fine Alessandro viene catturato anche questa volta, ed è un toponimo davvero curioso a ricordarcelo, in un luogo un po’ nascosto di Bergamo: la chiesa di Sant’Alessandro in Captura, dei frati Cappuccini di Borgo Palazzo, che si dice fu costruita addirittura da Carlo Magno, in ricordo del santo bergamasco, laddove sorgeva appunto la villa di Crotacio.
☠️ Questa volta nulla si frappone fra Alessandro e la morte, e la decapitazione ha luogo, si racconta, là dove ora sorge la colonna all’esterno della basilica di Sant’Alessandro in Colonna. ☠️
⚠️ È il 26 Agosto 303 ⚠️
Ironia della sorte? Neanche dieci anni dopo, nel 313, l’editto milanese sotto l’impero di Costantino permetterà la libertà di culto ai cristiani; entro 80 anni, addirittura, il cristianesimo si imporrà come unico culto di stato (editto di Tessalonica, imperatore Teodosio).
☝️Non crediate che finiscano le persecuzioni. Come sappiamo la storia (e il presente purtroppo) ne è piena: si cambia casacca ma l’animo umano fatica ad imparare dai propri errori 🤨(chiusa parentesi di riflessioni non richieste😉).
Ma torniamo a noi.
Grata, la nipote di Crotacio, raccoglie il corpo di 🎙o dove ora sorge la chiesa di Sant’Alessandro della Croce in Pignolo, dalle gocce di sangue cadute nella terra nascono dei gigli. 🌺
I resti del santo sono sepolti in un podere di Città Alta, appena fuori dalle mura come voleva la tradizione romana.
È proprio qui che una manciata di anni dopo sorgerà il primo simbolo della Bergamo Cristiana, la Basilica Alessandrina. 🕍
Ma la storia non è finita qui….
Andiamo avanti domani!